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Eolo
stelle lontane
LA PRIMA B DEL LICEO CLASSICO PARADISI DI VIGNOLA SU ''ROMEO E GIULIETTA DELLA LUNA NEL LETTO''
UN GRUPPO DI ALUNNE DELLA CLASSE CI HA INVIATO QUESTO APPROFONDIMENTO SULLO SPETTACOLO


La compagnia teatrale La luna nel letto ha messo in scena lo spettacolo “Romeo e Giulietta”, rivisitazione della tragedia di Shakespeare, nella serata di San Valentino, essendo la storia d’amore tra i protagonisti Romeo Montecchi e Giulietta Capuleti una delle più note e amate nel mondo del teatro e della letteratura.
Questa rappresentazione teatrale era sottotitolata, poiché due delle lingue parlate in scena erano straniere: il rumeno e l’inglese.
La messa in scena è scarna ma efficace dal momento che sono le parole, come all’origine del teatro elisabettiano, a guidare l’immaginazione dello spettatore per le strade e le piazze della Verona rinascimentale, accompagnate da musiche martellanti e movimentate, che calzano a pennello alle scene in cui sono presenti.
Lo spettacolo si apre con un narratore che si pensa essere la voce narrante di Shakespeare, e che si ripresenta nel corso dello spettacolo per recitarne i versi originali.
In scena si assiste, sin dal primo atto, ai dissapori delle famiglie degli amanti, per quasi tutta la durata dello spettacolo situate ai lati opposti del palcoscenico, a sinistra la famiglia di Giulietta, i Capuleti, mentre a destra quella di Romeo, i Montecchi.
La distanza e la disputa ricorrente tra le famiglie, acuita in particolar modo dalla lingua differente parlata dalle due, italiano e rumeno, è diventata una delle tematiche più presenti nel corso dello spettacolo.
Viene quindi data grande rilevanza ad un tema molto attuale ai nostri giorni, e che può essere riletto sempre in funzione del tempo in cui si vive: quello della diversità, dei pregiudizi che spesso da questa si vanno a generare, e di come, tali pregiudizi, portino gli uomini allo scontro spietato e insensato, senza dare loro la possibilità di capirsi.
Difatti non è fatto di parole il confronto tra le due famiglie, ma di gesti, di sguardi inferociti, di attacchi fisici che portano all’uccisione e alla rispettiva vendetta, e la presenza di questa ostilità permane dall’inizio alla fine.

Eppure, nonostante la situazione familiare, che fa sia da sfondo che da protagonista, nasce una storia d'amore, il vero e proprio baricentro della trama, la quale si distacca da tutte
quelle angosce e difficoltà causate dalle famiglie. Ne è una splendida rappresentazione la scena del primo incontro, durante il ballo organizzato dal padre di Giulietta, quando, mentre sullo sfondo tutti danzano e si divertono, in primo piano gli sguardi dei due giovani protagonisti si incrociano e per la prima volta vengono a contatto, noncuranti del resto del mondo che continua alle loro spalle, ma a rallentatore.
E ancora, quando Romeo e Giulietta si incontrano all'insaputa di tutti, si può notare come, ciò che prima era causa di distanza, la lingua diversa, diventa invece un dolce modo di approcciarsi dei due.

I giovani si fanno portavoce di chi combatte ogni giorno affinché le diversità culturali non diventino ostacoli insormontabili, perché il loro sentimento nasce puro e genuino, indifferente ai contrasti: le due famiglie tentano a tutti i costi di allontanarli e i rispettivi parenti arrivano persino a tirare letteralmente Romeo e Giulietta verso le estremità della scena, con tutte le loro forze, per i capelli, tentativo che congruisce nella scena più significativa della rappresentazione.
Lo spettacolo si conclude con Giulietta che, venuta a conoscenza della partenza di Romeo, decide di bere un intruglio datole da Frate Lorenzo che le avrebbe datto una morte apparente. Dopo averlo assunto, questa sviene e a ritrovarla è proprio Romeo, che non avvisato dell'inganno era tornato indietro per stare con lei. Alla vista della “morte” dell’amata, Romeo decide di togliersi la vita e stare per sempre con Giulietta nella morte. Ma Giulietta si risveglia e vedendo l’amato morto, alla fine anche lei si toglie la vita. Dopo questa ultima, breve e intensa scena, prende parola per l’ultima volta il narratore che conclude la rappresentazione con la frase celebre di Shakespeare: «And in their triumph they die; like fire and powder, which, as they kiss, consume: the sweetest honey is loathsome in his own deliciousness, and in the taste confounds the appetite: therefore love moderately: long love doth so» - traduzione: «E nel loro trionfo muoiono; come il fuoco e la polvere, che baciandosi consumano: il dolcissimo miele è disgustoso nella sua bontà, e nelgusto confonde l'appetito: perciò ama moderatamente: l'amore lungo fa così».





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